La speranza tra Covid, variazioni sul tema, conflitti, violenze, diritti e doveri…

Tra piogge, schiarite, speranze giunge il signor Autunno: il tempo del melograno e del fior di nespolo, il tempo del silenzio per la rinascita al primo sole dell’inverno, il tempo dell’attesa, dell’Avvento e cioè l’accadere dell’imprevedibile che non segue la linea predeterminata del futuro ma che può cambiare il corso della storia.

Troppo lungo il maggese da me identificato nel 2020 al tempo della prima radicale la prima chiusura di ogni esercizio, scuole e chiese comprese, ovvero la formazione delle giovani generazioni e la preghiera al Creatore ponendo sospetti su ogni cosa. Il maggese ha un suo preciso periodo e ragioni d’essere per rigenerare la madre terra. Si parte e si riparte, sono stati i verbi che sono stati utilizzati per dire in qualche modo che si sarebbero riaperti gli orizzonti. Sono poi arrivati i vaccini con la “vexata quaestio” dei nonvax, dei sospettosi, dei dubbiosi, dei cinici.

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